Vaso da fiori a mezzaluna di maiolica
Manifattura di Pasquale Rubati
Milano, 1770 circa
Misure:
Altezza: cm 12,5 x 22 cm x 13,5 cm
Peso: g 1039
Stato di conservazione:
intatta con lievi sbeccature da uso nelle parti a rilievo
Raro esempio di vaso per fiori “a mezzaluna” prodotto dalla manifattura di Pasquale Rubati, raffinato pittore, che nel 1756 apre a Milano una propria fabbrica, in concorrenza con Felice Clerici.
Il vaso dalla forma complessa, ma nel contempo originale e pratica, era utilizzato per contenere i fiori creando una composizione ordinata, e, potendo essere appoggiato anche a parete, andava oltre al semplice utilizzo di centrotavola per trovare una collocazione funzionale e decorativa.
La maiolica è decorata con motivo rocaille a rilievo a ornare gli orli. Il piano superiore è traforato a raggiera per contenere e sorreggere i fiori. Lo stampo, indicato negli inventari originali come “fioriere a mezzaluna”, è notoriamente utilizzato dalle manifatture milanesi del Settecento, come testimoniano alcuni degli esemplari conservati al Museo delle Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano (R. Ausenda,a cura di, Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. Tomo secondo, Milano 2001, pp. 230-231, n. 261).
Il decoro in policromia mostra alla base un bordo a rilievo con forme a “C” allungate dipinte in manganese nei toni del marrone violaceo e del nero, che si ripetono nell’orlo superiore a unire i motivi a rocaille dipinti sempre in manganese con pennellate più o meno sfumate.
Al centro dell’invaso campeggiano tre sottili decorazioni floreali, che occupano simmetricamente la mezzaluna, accompagnati da piccoli insetti dipinti in blu di cobalto. I mazzetti floreali, nei quali spiccano i colori aranciati del ferro, si distinguono dalle composizioni usuali avvicinandosi per gusto decorativo ai prodotti delle coeve manifatture europee di porcellana.
Per modalità compositiva e per morfologia, la fioriera trova riscontro in un esemplare pubblicato da Gregorietti nel catalogo della famosa mostra sulla maiolica lombarda che si tenne al museo Poldi Pezzoli nel 1964 (G. Gregorietti, Maioliche di Lodi, Milano e Pavia, catalogo della mostra, Museo Poldi Pezzoli, Milano 1964, n. 370).
Le produzioni di maiolica e porcellana nel Settecento appartenevano principalmente alle grandi casate reali o comunque a quelle nobiliari che facevano della fabbricazione di opere ceramiche un motivo di prestigio. A Milano, sotto Maria Teresa d’Austria, assistiamo invece a una vera e propria apertura a nuovi industriali che, in virtù delle privative concesse dal governo, assumevano un vero e proprio rischio di impresa dando vita, non senza conflitti tra loro, a fabbriche fiorenti e a produzioni tra le più eleganti e richieste del momento ancor oggi oggetto di collezionismo.
Bibliografia:
- R. Ausenda, a cura di, Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. Tomo secondo, Milano 2001, pp. 230-231, n. 261;
- G. Gregorietti, Maioliche di Lodi, Milano e Pavia, catalogo della mostra, Museo Poldi Pezzoli, Milano 1964, n. 370.