
Manifattura di Pasquale Rubati
Milano, 1780-1790
Maiolica dipinta a monocromia verde a piccolo fuoco con lumeggiature d’oro
Misure:
Altezza cm 14 x 13,5 x 8,5 Peso: g 239
Stato di conservazione:
buono per quanto riguarda il corpo con piccoli segni d’uso all’orlo. Il coperchio è restaurato da rottura netta.
La piccola caffettiera, ha forma piriforme con corpo costolato, poggiante su di un basso piede svasato. Il beccuccio è a mensola ornato con rilievi e il manico, a forma di semplice cordolo a sezione ovale, scende con un largo arco fino al corpo. Il coperchio è piano e sormontato da una presa a forma di piccolo frutto.
La decorazione, realizzata in “verde Savy” a piccolo fuoco, riveste il corpo con mazzi fioriti di rose, di piccoli fiori secondari sparsi lungo la superficie ed è impreziosito da abbondanti lumeggiature di oro a sottolineare l’ornato e parte della forma, mentre una cornice continua adorna gli orli.
La forma di piccole dimensioni deriva dalle più eleganti esperienze viennesi con l’ansa liscia e il coperchietto piano in contrasto con il movimento del beccuccio. Il riscontro morfologico è in una elegante caffettiera priva di coperchio che reca una raffinata decorazione di gusto francese e che ben si presta, insieme a quella in esame, come esempio della produzione di ceramica fina prodotta dal Rubati per l’aristocrazia austriaca (R. Ausenda, a cura di, Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. II, Milano 2001, p. 415, n. 394).
Per il decoro il confronto più prossimo ci deriva da alcuni pezzi conservati nelle collezioni di arti applicate del Museo del Castello Sforzesco di Milano (R. Ausenda, a cura di, Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. II, Milano 2001, pp. 396-399, n. 372).
La monocromia verde trae ispirazione dai modelli francesi prodotti a Marsiglia a opera del ceramista Honoré Savy, che, con suoi i decori a fiori recisi in camaieu vert, è considerato l’iniziatore di una moda che segnerà il passaggio dalla policromia rococò al nuovo rigore neoclassico.
A Milano, rappresentante di questa nuova modalità decorativa fu Pasquale Rubati nel periodo aureo della sua manifattura cioè attorno al 1780. Il Rubati, raffinato pittore, nel 1756 aveva aperto a Milano una propria fabbrica, in concorrenza con Felice Clerici, di cui era stato lavorante.
Per ulteriori approfondimenti sulla manifattura di Pasquale Rubati si rimanda al recente testo di R. Ausenda, La maiolica a Milano nel Settecento, Firenze 2025, in particolare sul decoro a fiori verdi a smalto p. 278 e pp. 280-281.
Bibliografia:
- R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. II, Milano 2001, pp. 396-399, n. 372.
- G. Anversa in G. Beretti, M. Subert, a cura di, Con Molti e bellissimi fiori. Maioliche e tarsie a Milano tra Rococò e Neoclassicismo, catalogo della mostra, Milano 2023.
- R. Ausenda, La maiolica a Milano nel Settecento, Firenze 2025

