Assortimento di sei piatti di maiolica decoro alla peonia
Manifattura di Pasquale Rubati
Milano, 1770 circa
Maiolica decorata a policromia a piccolo fuoco
Misure:
Quattro piatti piani diametro cm 23; peso g 345 ciascuno
Due piatti fondi diametro cm 20,4 x 4; peso g 345 ciascuno
Stato di conservazione:
tutti i piatti si presentano in buono stato di conservazione salvo sbeccature d’uso all’orlo; uno solo mostra una sottile fêlure sulla tesa.
L’assortimento è costituito da quattro piatti piani, con tesa a orlo liscio, e da due piatti fondi con forma a ciotola emisferica. Tutti poggiano su un basso piede ad anello ricavato dall’abbassamento del fondo. I piatti mostrano un ricco decoro alla peonia realizzato con i colori della tavolozza Imari: blu, rosso ferro in due toni e oro. Dal centro un sottile filetto blu incornicia la composizione principale che mostra una balza di terra, acquarellata di rosso ferro, con una una roccia tahiu, un ramo di peonia dalla corolla aperta e un sottile ramo sinuoso con foglie e una peonia minore. A fianco un ramo più sottile e ondulato sostiene piccoli fiori multipetalo e per finire un fiore rosso isolato e accompagnato da larghe fogliette completa il decoro. La tesa è occupata da quattro gruppi di fiori centrati da corolle di peonia e fogliette.
Alcune piccole varianti nei particolari caratterizzano la produzione milanese, evidenti in questo assortimento: la campitura più o meno sottile delle foglie minori e l’uso dell’oro a volte incerto nelle corolle. Per uno studio accurato e per confronti particolarmente pertinenti di questo ornato si vedano gli esemplari conservati a Milano nelle raccolte di Arti Applicate del Castello Sforzesco con una attribuzione e datazione alla manifattura di Pasquale Rubati attorno al 1770 (Raffaella Ausenda, a cura di Musei d’Arti Applicate, Tomo II, Milano 2001, pp. 309-313 n. 310). Le fabbriche di maiolica e porcellana nel Settecento appartenevano principalmente alle grandi casate reali o comunque a quelle nobiliari che facevano della fabbricazione di opere ceramiche un motivo di prestigio. A Milano, sotto Maria Teresa d’Austria, assistiamo invece a una vera e propria apertura ai nuovi industriali che, in virtù delle privative concesse dal governo, assumevano un vero e proprio rischio d’impresa, dando vita, non senza conflitti tra loro, a fabbriche fiorenti e a produzioni tra le più eleganti e richieste del momento, ancor oggi oggetto di collezionismo.
A Milano nel XVIII secolo sono attive due manifatture di maiolica: la prima, di Felice Clerici, dal 1745; quella di Pasquale Rubati dal 1756, in concorrenza con Felice, di cui era stato lavorante. Alla sua morte, nel 1796, l’impresa è portata avanti ancora per qualche anno dal figlio Carlo. Bibliografia:
- R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. T. II, Milano 2000.