Charles-François Delamarche

Globo celeste da tavolo
Charles-François Delamarche
Parigi, 1791
Misure:
h cm 43,5 x Ø max cm 27,7; la sfera Ø cm 18. Peso: g 1.344
Legno, carta, cartapesta e metallo
Poggia sulla propria originale base a colonna di legno tornito.
Stato di conservazione:
sono presenti piccole e lievi lacune, abrasioni, macchie e incrinature compatibili con l’uso e con l’epoca.
Il globo è composto da dodici fusi di carta stampata, giustapposti e incollati su di una sfera realizzata con un impasto a base gessosa.
Il cerchio del meridiano e il cerchio dell’orizzonte sono di legno, anch’essi ricoperti di carta stampata.
Il primo reca inscritti i gradi di latitudine e le distanze dai poli.
Il cerchio dell’orizzonte, invece, riporta i nomi dello zodiaco e i relativi simboli grafici, i mesi dell’anno e i punti cardinali insieme a quelli intermedi.
Sulla sfera sono presenti tre cartigli distinti, uno sopra i Gemelli, un altro situato al polo nord e, tra questo e Perseo, il terzo.
Il primo contiene l’iscrizione:
GLOBE
CELESTE
dans le quel les Etoilles
Fixes sont placées comme
elles sont apresent suivant
les derniers Observatio[ns]
des plus Célèbres
Astronomes de
ce Temps
Il secondo, il più settentrionale, reca un testo di difficile lettura, ma che può essere riassunto così: Cassini (Perinaldo, 1625 – Parigi, 1712; scienziato italiano naturalizzato francese) ha calcolato che il polo geografico descrive un cerchio intorno al polo dell’eclittica in 24.800 anni; il cerchio è tracciato sul globo e ogni 15° segna quanti anni sono passati dal 1770, quando il polo celeste era in questa posizione.
Il terzo riporta l’intestazione del produttore:
A PARIS
Chez le Sieur
Delamarche géo.
Rue du Foin St. Jacq.
au Collège de Me.
Gervais
Sul resto della superficie compaiono le costellazioni della cosiddetta “ottava sfera” (luogo delle stelle fisse) e i circoli che la descrivono: l’equatore, il meridiano, il tropico del Cancro, il tropico del Capricorno, i circoli polari e l’eclittica.
Due esemplari di questa stessa edizione sono custoditi rispettivamente nel Museo dell’Università di Groningen e presso la Biblioteca dell’Università di Amsterdam (Van der Krogt P. e Dekker E., Globes from the Western World, London 1993, p. 84 e Van der Krogt P., Old Globes in the Netherlands, Utrecht 1984, p. 101).
- Van der Krogt, P., Old Globes in the Netherlands, p. 101
- Van der Krogt, P. – Dekker, E., Globes from the Western World, London 1993, p. 84.
- Dekker E., et al., Globes at Greenwich: A Catalogue of the Globes and Armillary Spheres in the National Maritime Museum, Greenwich, London, 1999, pp. 321 per la storia dell’impresa dei Delamarche.
Charles-François Delamarche (1740-1817)
Fondò il suo laboratorio intorno al 1770 e in pochi anni divenne il più famoso cartografo e costruttore di globi francese del suo periodo.
Dopo aver acquisito il laboratorio del defunto Didier Robert de Vaugondy (1723-1786) (rinomato cartografo e continuatore dell’attività di famiglia fondata dal nonno Nicolas Sanson nel XVII secolo) e dopo aver rilevato, tra il 1788 e il 1800 circa, anche quelli di Jean-Baptiste Fortin (1750-1831) e Jean Lattré (1750-1800 circa), cominciò ad autodefinirsi “Successeur de MM. Sanson e Robert de Vaugondi, Géographes du Roi e de M. Fortin, Ingénieur-mécanicien du Roi pour les globes et les sphères”.
Dunque alla fine del Settecento Delamarche possedeva le scorte di magazzino e le competenze di fabbricazione dei globi dei suoi principali rivali a Parigi.
Oltre a questa aggressiva politica di acquisizioni, la chiave del suo successo risiedette anche nella combinazione di una cartografia di grande qualità abbinata a globi e sfere armillari estremamente attraenti; e, naturalmente, alle sue famose rifiniture in vernice rossa.
Il suo laboratorio aveva sede in Rue de Foin St Jacques “au Collège Me. (o “Mtre”) Gervais” nel Quartiere Latino di Parigi fino al 1805 circa, quando si trasferì in rue du Jardinet n. 13.
Alla morte di Charles-François nel 1817, le redini dell’azienda passarono a suo figlio Félix (1779-1835), che continuò a pubblicare, spesso in collaborazione con l’incisore Charles Dien senior.
Nel 1835 l’impresa si trasferì prima in rue du Jardinet n. 12 e poco dopo in rue du Battoir n. 7.

