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Vaso da fiori a mezzaluna di maiolica con tulipano

Vaso da fiori a mezzaluna di maiolica con tulipano
MAIOLICA E PORCELLANE

Vaso da fiori a mezzaluna di maiolica con tulipano
Manifattura di Pasquale Rubati
Milano, 1770 circa

Misure:
cm 12 X cm 12 X cm 22
Stato di conservazione:
intatta con lievi sbeccature da uso nelle parti a rilievo.

Raro esempio di vaso per fiori “a mezzaluna” prodotto dalla manifattura di Pasquale Rubati, raffinato pittore, che nel 1756 apre a Milano una propria fabbrica, in concorrenza con Felice Clerici.
Il vaso dalla forma complessa, ma nel contempo originale e pratica, era utilizzato per contenere i fiori creando una composizione ordinata, e, potendo essere appoggiato anche a parete, andava oltre al semplice utilizzo di centrotavola per trovare una collocazione funzionale e decorativa.

La maiolica è decorata con motivo a rocaille e virgole a rilievo a ornare gli orli. Il piano superiore è traforato a raggera con fori ovali per contenere e sorreggere i fiori. La fioriera è pubblicata come opera lodigiana della manifattura Ferretti, già nella collezione Costantino Sterlocchi (S. Levy, Ceramiche settecentesche, Milano 1962, Tav 214 A). In seguito lo stampo, indicato negli inventari originali come “fioriere a mezzaluna”, è stato riconosciuto come in uso nelle manifatture milanesi del Settecento, come testimoniano alcuni degli esemplari conservati al Museo delle Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano e in altre collezioni lombarde. (Per confronti R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. Tomo secondo, Milano 2001, pp. 425, nn. 409 e n. 410; Ausenda R. in AA. VV. La collezione Cagnola, II, arazzi, sculture, mobili ceramiche, Busto Arsizio 1999, p. 197 n. 114.)
Il decoro in policromia mostra un bordo a rilievo con forma a virgole allungate dipinte in blu, giallo e porpora e che si ripetono nell’orlo superiore a unire i motivi a rocaille dipinti in verde smeraldo con tocchi di giallo e con pennellate porpora sapientemente dosati per sottolineare il gioco plastico.

Al centro dell’invaso campeggia un mazzo di fiori leggermente decentrato sulla destra con un grande tulipano, con un petalo aperto e arricciato, due boccioli di roselline e fioretti minori realizzati di getto e contornati sottilmente in manganese. Sulla parte superiore un insieme inusuale di piccoli semis (fiorellini sparsi) policromi completano la decorazione incorniciando le cavità per accogliere i fiori.
Una fioriera con motivo decentrato sulla destra, ma con altro mazzolino minore di fiori a sinistra è pubblicato in Gregorietti G., Maioliche di Lodi, Milano e Pavia, catalogo della mostra Museo Poldi Pezzoli Milano 1964, n. 371.
L’ampio uso del porpora (cloruro di oro) nella composizione floreale conferma l’uso ricercato di questo genere di oggetti.

Le produzioni di maiolica e porcellana nel Settecento appartenevano principalmente alle grandi casate reali o comunque a quelle nobiliari che facevano della fabbricazione di opere ceramiche un motivo di prestigio. A Milano, sotto Maria Teresa d’Austria, assistiamo invece a una vera e propria apertura a nuovi industriali che, in virtù delle privative concesse dal governo, assumevano un vero e proprio rischio di impresa dando vita, non senza conflitti tra loro, a fabbriche fiorenti e a produzioni tra le più eleganti e richieste del momento ancor oggi oggetto di collezionismo.

Bibliografia:

Levy, Ceramiche settecentesche, Milano 1962, Tav 214 A;
Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. Tomo secondo, Milano 2001, pp. 425, nn. 409 e n. 410;
Ausenda R. in AA.VV.  La collezione Cagnola, II, arazzi, sculture, mobili ceramiche, Busto Arsizio 1999, p. 197 n. 114.
Gregorietti G., Maioliche di Lodi, Milano e Pavia, catalogo della mostra Museo Poldi Pezzoli Milano 1964, n. 371.

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