STRUMENTI SCIENTIFICI
Globo terrestre da tavolo
Félix Delamarche
Parigi, 1821
Legno, carta, cartapesta e metallo
Poggia sulla propria originale base a colonna di legno tornito
Misure:
h cm 52 x Ø max cm 36,5; la sfera Ø cm 24
Peso 2,3 kg
Stato di conservazione:
sono presenti piccole lacune, abrasioni e macchie sulla superficie. In qualche punto si notano rigonfiamenti molto lievi della superficie. Il piccolo cerchio delle ore è di epoca posteriore.
Il globo è composto da dodici fusi di carta stampata, giustapposti e incollati su di una sfera realizzata con un impasto a base gessosa.
Il cerchio del meridiano e il cerchio dell’orizzonte sono di legno, anch’essi ricoperti di carta stampata.
Il primo reca inscritti i gradi di latitudine e le distanze dai poli.
Il cerchio dell’orizzonte, invece, riporta in dettaglio l’amplitudine, la direzione dei venti, i giorni e i mesi dell’anno e i nomi e i simboli dello zodiaco.
Sulla sfera sono presenti due cartigli distinti.
Uno è posizionato nell’Oceano Indiano meridionale, tra il Sud Africa e l’Australia. Reca l’iscrizione:
Revu et Corrigé
par F.x Delamarche
A PARIS
Chez F.x Delamarche et Ch.les Dien
Rue du Jardinet n°. 13
1821
Il secondo si trova nell’Oceano Pacifico meridionale, tra la Nuova Zelanda e il Sud America. Contiene la dicitura:
Réduction du
GLOBE TERRESTRE
dressé par Ordre
DU ROI.
Par le S. Robert De Vaugondy
Géographe.
Sul resto della superficie compaiono i continenti e gli oceani con numerose indicazioni geografiche e riferimenti alle principali esplorazioni, soprattutto di Cook, ma anche di altri, sia contemporanei, sia di epoche precedenti.
Buona parte dell’Africa centro-orientale risulta inesplorata e, nell’area dei grandi laghi, è abbozzato solo una parte del bacino del Malawi. Non è segnata la “Terra di Enderby” scoperta da Biscoe nel 1831 sulla costa dell’Antartide, a sud dell’Africa.
Le coste nordamericane sono ben delineate, ma l’Alaska non è descritta ed è tracciata solo parzialmente; diverrà parte degli Stati Uniti nel 1867.
Sono indicate varie isole dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano.
L’Australia (nome definitivamente utilizzato dal 1824) è ancora chiamata “Nouvelle Hollande”, mentre la Tasmania è già rappresentata come un’isola; è stata circumnavigata da Matthew Flinders nel 1798.
Charles-François Delamarche (1740-1817) fondò il suo laboratorio intorno al 1770 e in pochi anni divenne il più famoso cartografo e costruttore di globi francese del suo periodo.
Dopo aver acquisito il laboratorio del defunto Didier Robert de Vaugondy (1723-1786) (rinomato cartografo e continuatore dell’attività di famiglia fondata dal nonno Nicolas Sanson nel XVII secolo) e dopo aver rilevato, tra il 1788 e il 1800 circa, anche quelli di Jean-Baptiste Fortin (1750-1831) e Jean Lattré (1750-1800 circa), cominciò ad autodefinirsi “Successeur de MM. Sanson e Robert de Vaugondi, Géographes du Roi e de M. Fortin, Ingénieur-mécanicien du Roi pour les globes et les sphères”.
Dunque alla fine del Settecento Delamarche possedeva le scorte di magazzino e le competenze di fabbricazione dei globi dei suoi principali rivali a Parigi.
Oltre a questa aggressiva politica di acquisizioni, la chiave del suo successo risiedette anche nella combinazione di una cartografia di grande qualità abbinata a globi e sfere armillari estremamente attraenti; e, naturalmente, alle sue famose rifiniture in vernice rossa.
Il suo laboratorio aveva sede in Rue de Foin St Jacques “au Collège Me. (o “Mtre”) Gervais” nel Quartiere Latino di Parigi fino al 1805 circa, quando si trasferì in rue du Jardinet n. 13.
Alla morte di Charles-François nel 1817, le redini dell’azienda passarono a suo figlio Félix (1779-1835), che continuò a pubblicare, spesso in collaborazione con l’incisore Charles Dien senior.
Nel 1835 l’impresa si trasferì prima in rue du Jardinet n. 12 e poco dopo in rue du Battoir n. 7.
- Van der Krogt P., Old Globes in the Netherlands, Utrecht 1984, pp. 98-99;
- Van der Krogt P. e Dekker E., Globes from the Western World, London 1993, p. 78;
- Dekker E., et al., Globes at Greenwich: A Catalogue of the Globes and Armillary Spheres in the National Maritime Museum, Greenwich, London, 1999, pp. 321-322 per la storia dell’impresa dei Delamarche.
- Dekker E., Catalogue of Orbs, Spheres and Globes, Firenze-Milano 2004. Vi sono elencati e descritti i globi e le sfere custoditi nel Museo Galileo di Firenze; a pp. 164-166 n. 51-52 (inv. n. 3705 e n. 3369) è pubblicata una coppia di globi, il terrestre e il celeste, di Félix Delamarche più grandi del nostro, ma con lo stesso anno, 1821, di pubblicazione.